sabato 19 aprile 2008

Gioco, scienza ed arte con le simulazioni


In questo percorso mi interessa distinguere cio che è una simulazione, indipendentemente da alcune caratteristiche più o meno variabili che la descrivono.

In questo modo ottengo un elenco di elementi che posso usare:
> come strumenti per analizzare o adoperare nel modo migliore simulazioni create da altri
> per decidere come creare le mie simulazioni

La categorizzazione, come sempre, può aiutarci a comprendere e a catalogare, ma dobbiamo fare attenzione a non farci condizionare dalle etichette: la maggior parte delle volte le simulazioni sono un mix di caratteristiche diverse. E in alcuni casi è proprio questo mix a renderle interessanti.

Il gioco

Quando si parla dell’uso didattico di SL si fa spesso riferimento all’aspetto ludico, come elemento che aggiunge motivazione all’apprendimento.
Ma SL da solo non è sufficiente a rendere una simulazione didattica anche giocosa

I giochi sono sicuramente uno strumento privilegiato per apprendere, ma in linea di massima possiamo distinguere:
> simulazioni di gioco con bassa valenza didattica: ad esempio un solitario con le carte o qualsiasi gioco che possa rientrare nel campo dei passatempo
> simulazioni di gioco con alta valenza didattica: ad esempio un role playing ambientato nell’antico egitto, che permette di imparare usi e costumi di quel periodo storico
> simulazioni didattiche con elevato carattere ludico: ad esempio una versione 3D del piccolo chirurgo sarebbe una simulazione nata per insegnare, ma che fa uso in modo specifico dell’elemento ludico per rendere più coinvolgente l’apprendimento
> simulazioni didattiche con basso carattere ludico: nella land NoWomanNoLife ha sede l’associazione Como Cuore, con un’istallazione che insegna come praticare la respirazine bocca bocca. C’è l’elemento didattico ma, dato l’argomento, non si può dire ci sia l’aspetto ludico.

La ricerca scientifica

In questo campo si fa uso da tempo di simulazioni, anche se l’uso scientifico, matematico e tecnico della simulazione è un aspetto nel quale entro in punta di piedi, non essendo il mio campo.

Mi limito a segnalare due esempio molto diversi fra loro:

> prima che crollasse la diga del Vajont, il 9 ottobre 1963, fu commissionata una simulazione al prof. Ghetti, titolare dell’Istituto di Idraulica dell’Università di Padova, che costruì un modellino della diga del Vajont in scala 1 a 200, per valutare in anticipo cosa sarebbe successo se le partei dei monti che chiudevano il lago artificiale fossero franati.
> anche un business plan aziendale, rientra in questo settore dato che sulla base di alcuni dati(tipo di servizio/prodotto, mercato, spese previste, introiti previsti ecc.) cerca di prevedere la solidità di un’attività economica

Quello che ci interessa però è il fatto che il confine fra utilizzo didattico e scientifico della simulazione può essere molto labile.
Se metto un ragazzo in un laboratorio scientifico per insegnargli cosa succede mescolando due sostanze, sto facendo un uso scientifico o un uso didattico del laboratorio?
Come sempre io credo che a fare la differenza sia l’obiettivo. Il laboratorio di per sé è uno strumento e l’uso che ne faccio lo rende strumento scientifico oppure didattico.

Se ho un obiettivo didattico del tipo “voglio imparare o voglio insegnare questa determinata cosa…” allora è sicuramente corretto parlare di didattica.
Se combino a caso degli elementi per vedere cosa succede, oppure se ho sviluppato una teoria e la voglio verificare (quindi a priori non so se sia vera o falsa) allora credo sia più corretto parlare di ricerca scientifica.

Per chi vuole costruire una simulazione didattica credo sia importante distinguere, nel caso del laboratorio scientifico il ruolo:
> di chi progetta la simulazione didattica, che ha quindi un obiettivo didattico preciso, e sa cosa la persona scoprirà e imparerà
> di chi fruisce della simulazione didattica, in cui il meccanismo della scoperta è solo uno dei “metodi di apprendimento” su cui il docente può far leva

Nella visione allargata delle simulazioni, che sto proponendo, rientrano sicuramente anche alcune esperienze artistiche.

Pur considerando l’ingente quantità di produzione artistica realizzata in SL, è facile rilevare come anche nella RL la gran parte delle realizzazioni artistiche abbia anche delle valenze didattiche.

Il teatro e il cinema (in cui l'elemento della simulazione è evidente) ma anche la letteratura e tutte le altre arti, ci permettono di entrare a contatto con un pensiero diverso dal nostro, di confrontarci con altre usanze, di conoscere caratteri, scenari o periodi storici che entrano in questo modo a far parte del nostro bagaglio di conoscenze.

L’importante, ancora una volta è distinguere: non si tratta di simulazioni didattiche, ma di simulazioni artistiche, che hanno anche una valenza didattica.

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